venerdì 26 ottobre 2012

FOCUS SU TELECOM


Sette sedute consecutive al ribasso per Telecom Italia a Piazza Affari (-2,33% a 0,6925 euro oggi, -10% in sette sedute). Sul titolo del colosso tlc, che guida con Finmeccanica la poco ambita classifica delle perdite redatta dall'ufficio studi di Mediobanca sui bilanci 2011 delle società italiane con un rosso "monstre" di -4,7 miliardi, pesano le attese per i conti del terzo trimestre che ancora una volta confermeranno la debolezza del business domestico del gruppo.

Morgan Stanley (equal weight e target price a 1,05 euro confermati sul titolo) si aspetta ricavi a 7,2 miliardi di euro, in calo quindi dai 7,5 miliardi del terzo trimestre 2011, e un ebitda prima delle voci straordinarie a 2,99 miliardi, anch'esso in flessione dai 3,1 miliardi dello stesso periodo del 2011. L'utile netto reported dovrebbe così scendere da 786 milioni a 629 milioni.

Mentre il debito netto dovrebbe ridursi dai 30,3 miliardi del secondo trimestre a 29,5 miliardi. In particolare, Morgan Stanley vede ancora in caduta i ricavi da servizi nel mobile domestico: -13% da -7,5% registrato nel secondo trimestre. La stessa dinamica Telecom Italia dovrebbe mostrarla nel business fisso con un -5,8% di ricavi dal -3% registrato sia nel primo che nel secondo trimestre.

"Nel terzo trimestre ci aspettiamo una perdita di oltre 220 milioni di euro dei ricavi da servizi mobili e di 187 milioni dei ricavi da business fisso", precisano gli analisti della banca. "Visto che la guidance prevede un calo fino a 600 milioni nel 2012, è probabile che il 2013 possa essere peggiore di quanto previsto in precedenza, in assenza di un'inversione di tendenza delle condizioni economiche o di un taglio dei costi più veloce".

E’ chiaro quindi per il broker che la capacità di TI di continuare a investire, a pagare il dividendo e a mantenerlo dipende dal taglio dei costi più veloce, "un'impresa difficile". Ma, in vista del cda dell'8 novembre, dedicato appunto principalmente all'approvazione dei dati del terzo trimestre, anche le attese per lo scorporo della rete. Il cda sarà infatti l'occasione per il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, per presentare una relazione sul progetto di separazione della rete.

Stando alle ultime indiscrezioni di stampa, la Cassa depositi e prestiti potrebbe rilevare il 30% della newco nel quale sarà conferita la rete. Questa dovrebbe essere indipendente, analogamente a quanto è avvenuto con Bt Openreach: in questo modo Telecom Italia potrà deconsolidare il debito. La nomina dell'amministratore delegato dovrebbe spettare alle minoranze.

La società scorporata dovrebbe generare 2,5 miliardi di euro di ebitda e dovrebbe avere un enterprise value di 13 miliardi di euro con un debito pari a 11 miliardi di euro. Per gli analisti di Intermonte è sicuramente positivo che la discussione sulla potenziale separazione della rete non si sia fermata.

Tuttavia gli analisti ritengono poco probabile che la quota di Telecom Italia possa scendere al 51%, più probabile al 70%, e che il gruppo delle tlc possa deconsolidare il debito. Altri analisti non mancano poi di osservare che i tempi di esecuzione dello scorporo saranno ovviamente lunghi per cui i benefici si vedranno solo nel lungo termine su Telecom Italia.

"Il problema non è tanto il modo, dato che ritengo le ipotesi di stampa a riguardo tutte plausibili, ma la tempistica", ha commentato un esperto all'agenzia MF-DowJones. "Non credo, infatti, che l'operazione possa avvenire entro il 2012. Piuttosto ritengo sia fatta in concomitanza con i risultati del 2012, ovvero a marzo 2013".








Nessun commento:

Posta un commento