martedì 20 novembre 2012

LE 10 AZIONI PREFERITE DAGLI HEDGE FUND


Le 10 azioni più popolari tra gli hedge funds

I grandi manager dell'alta finanza possono sfruttare agganci e notizie in anteprima e perciò comportarsi di conseguenza.
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Per questo motivo è interessante sapere sempre su quali azioni preferiscono orientarsi e di conseguenza capire in anticipo le tendenze del mercato.
Dagli esperti di Market Watch arriva la classifica delle 10 azioni preferite dai grandi manager dei maggiori fondi di investimento.
1) Apple. Nessuna sorpresa. Ancora una volta, Apple è stato il titolo più popolare tra gli hedge fund, scelto da 146 fondi. Highbridge Capital Management, gestito dal miliardario Glenn Dubin, all’inizio di luglio era piuttosto scettico circa le potenzialità del titolo, ma ha dovuto subito ricredersi con l’incremento di ben 120 mila azioni per settembre.
2) Google. 132 contro i precedenti 118 che lo avevano preferito. Platinum Asset Management, un fondo gestito dal miliardario australiano Kerr Nielson, ha puntato sul leder dei motori di ricerca con ben 300.000 azioni, così come anche Tiger Global Management, gestito da Chase Coleman ha preferito incrementarne il peso nel portfoglio.
3) American International Group. Vera e propria passione per 110 hedge fund, tra questi Omega Advisor di Leon Cooperman che ha aumentato la sua partecipazione in AIG del 75%, apprezzata e non poco anche da George Soros.
4) Microsoft Corporation. “Solo” 96 ne hanno sfruttato la solidità anche a causa del boom proprio di AIG. A suo favore, però, la “fedeltà" di Bridgewater Associates, hedge fund gestito da Ray Dalio, la cui presenza su Microsoft è stata la più longeva.
5) Citigroup. Tra le banche, sempre molto ricercate, soprattutto quelle di grandi dimensioni e perciò di forte stabilità, ben 93 fondi tra cui Appaloosa di David Tepper hanno deciso di puntare su Citi aumentandone anche l’esposizione come il megamiliardario che ne ha ampliato la presenza verso la fine del terzo trimestre.
6) General Motors . All’October’s Value Investing Congress, David Einhorn si è dichiarato entusiasta del titolo e ha già annunciato la sua strategia long. Altri hanno deciso di imitarlo e dai 78 fondi iniziali, sono presto diventati 88 a preferirlo.
7) Bank of America. 85 fondi rispetto ai precedenti 82 del precedente trimestre, tra cui D.E. Shaw, un grande hedge fund gestito da David Shaw, il quale sottolinea il suo patrimonio di oltre otto milioni di azioni della banca.
8) JPMorgan. Qui anche c’è stato un rialzo con 83 hedge fund. In primis Fisher Asset Management, di Ken Fisher, che ha più che raddoppiato le dimensioni della sua posizione in JPMorgan Chase nel corso del terzo trimestre dell'anno.
9) Wells Fargo & Company. Berkshire Hathaway, in altre parole Warren Buffett, che non ha mai fatto mancare il suo appoggio al sicuro lido d’approdo bancario. E con lui anche altri 81manager.
10) QUALCOMM. In questo caso, il primo della classifica, molti hanno preferito evitarlo e perciò i fondi che lo hanno in gestione sono 77 dai precedenti 79. Un esempio è Lone Pine Capital di Stephen Mandel che per tagliando la sua quota resta esposto comunque con oltre 400 milioni.

lunedì 19 novembre 2012

STM ESPLOSIVA


STM scoppiettante. Merito anche degli analisti di UBS

Il titolo ha portato a casa un rally di quasi l’8% sulla scia della doppia promozione di UBS; i cui esperti ritengono che il settore dei chip abbia toccato il fondo nella prima metà dell’anno. Le indicazioni da seguire.
Giornata decisamente spumeggiante quella odierna per STM che si è imopsta all’attenzione degli investitori, facendo il pieno di acquisti. Il titolo, dopo aver concluso l’ultima seduta prima del week-end con un ribasso di oltre due punti, quest’oggi si è riscattato con un rally di altri tempi. STM ha conquistato la prima posizione nel paniere del Ftse Mib, mostrando una forza relativa decisamente maggiore di quella dell’indice di riferimento. Le azioni della società italo-francese si osono fermate a 4,578 euro, con un fiammante rally del 7,87%, sostenuto peraltro da corposi volumi di scambio, visto che a fine sessione sono passate di mano oltre 6,8 milioni di azioni, contro la media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a quasi 5,6 miloni di pezzi.
A mettere le ali ad STM hanno contribuito anche le positive indicazioni arrivate da UBS; i cui analisti hanno deciso di mgliorare la raccomandazione sul titolo da “sell” a “neutral”, alzando il prezzo obiettivo da 4,2 a 4,3 euro. La decisione è stata presa sulla scia della recente sottoperformance del titolo e in ragione anche della promozione riservata al settore dei chip, al quale STM appartiene.
La banca elvetica ritiene che il comparto dei semiconduttori abbia toccato il fondo durante il primo e il secondo trimestre dell’anno. Gli esperti segnalano che i tassi della capacità di utilizzo degli impianti stiano calando bruscamente nel trimestre in corso, e questa flessione riflette il de-stocking. In coseguenza di ciò UBS stima che i ricavi del settore possano viaggiare sotto i consumi finali del 7% nell’ultimo trimestre dell’anno.
Gli analisti però vedono rischi al ribasso per il settore auto, al quale il gruppo italo-francese è legato, senza alcun segnale di miglioramento. Di contro il mercato dellUBS saluta con favore il fatto che il mercato abbia finalmente capito che non ci sarà alcuna separazione delle attività del gruppo. Con riferimento alla joint-venture ST-Ericsson, l’idea è che la riduzione dei rischi legata alla stessa sarà realizzata tramite degli accordi di collaborazione piuttosto che attraverso una vendita. 
Infine, UBS ha deciso di non mettere mano alle stime sull’utile per azione riferite all’anno in corso e al prossimo, ricordando che gli analisti si aspettano una perdita di 0,29 dollari per azione per il 2012 e un eps di 0,1 dollari per l’anno prossimo.e memorie sta supportando il business di STM a performare in maniera più robusta dei competitors nel breve termine e ciò dovrebbe portare ad un ritorno della crescita dei ricavi su base annua nel trimestre in corso.

PIAZZA AFFARI IN RALLY


Piazza Affari vola. Ottimismo su fiscal cliff: c’è da fidarsi?

L’indice Ftse Mib è il migliore in Europa con un rally del 2,5% aiutato dagli spunti rialzisti di Wall Street. Si guarda con fiducia ad un possibile accordo sul fiscal cliff e intanto cresce l’attesa per la Grecia in vista della riunione dell'Eurogruppo in agenda domani. La view degli esperti.
Brillante avvio di settimana a Piazza Affari dove, dopo la netta flessione di venerdì scorso, l’indice Ftse Mib ha imboccato con decisione la via dei guadagni, allungando progressivamente il passo nel corso della seduta. Nel pomeriggio gli acquisti sono aumentati in seguito all’apertura di Wall Street, dove i tre indici principali viaggiano tutti in deciso rialzo, trainati in particolare dal Nasdaq Composite che avanza più degli altri con un vantaggio di quasi un punto e mezzo percentuale.
Riesce a fare decisamente meglio il nostro Ftse Mib che negli ultimi minuti viene fotografato sui massimi intraday a ridosso dei 15.250 punti, con un vantaggio del 2,65%. Meno vivace la reazione del mercato obbligazionario anche se si assiste ad una contrazione dello spread BTP-Bund che viene scambiato a ridosso dei 354 punti base, con una flessione di circa tre quarti di punto rispetto al close di venerdì scorso.
Tra le blue chips si segnala l’ottima performance di STM che mette a segno un balzo in avanti di oltre il 6%, sulla scia della promozione arrivata da UBS. Molto bene alcune blue chips che nelle ultime sedute erano stato più penalizzate dalle vendite, come Autogrill, Mediaset e Finmeccanica che viaggiano tutti in ascesa di oltre il 4%, ma riesce a fare molto bene anche Fiat Auto che sale del 3,88%.
Denaro sulle banche tra le quali ad avere la meglio è Banca Popolare dell’Emilia Romagna che sale del 4,39%, seguito da Intesa Sanpaolo, UBi Banca, Monte Paschi e Unicredit, tutti in crescita di oltre tre punti percentuali.
Ad alimentare gli acquisti, non solo a Piazza Affari, oltre ad una reazione puramente tecnica dopo le recenti vendite, contribuisce l’ottimismo legato alla scommessa del mercato per una possibile soluzione relativa alla gravosa questione del fiscal cliff. Venerdì scorso sono state avviate le negoziazioni e il presidente Obama ha parlato di un incontro costruttivo, in linea con quanto indicato anche dal portavoce dei repubblicani alla Camera dei Rappresentanti.

WALL STREET IN RALLY


Wall Street: Gli indici partono in netto rialzo

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Wall Street ha aperto in netto rialzo.Immagine: Shutterstock
I principali indici azionari statunitensi hanno aperto oggi in netto rialzo. Il Dow Jones sale al momento dello 0,8% e ilNasdaq Composite dell'1,2%. Il leader politici statunitensi hanno fatto dei progressi nelle trattative volte ad evitare il cosiddetto "fiscal cliff". Barack Obama ha dichiarato di essere fiducioso di trovare un accordo con il Congresso su un nuovo budget. Bank of America (US0605051046) sale del 3,2%.Stifel Nicolaus ha alzato il suo rating sul titolo del titolo dell'istituto di credito da "Hold" a "Buy". Tra i petroliferi Exxon Mobil (US30231G1022) guadagna l'1,5% e Chevron(US1667641005) l'1,3%. Il prezzo del petrolio sale al momento a New York di più del 2%. Lowe's (US5486611073)guadagna il 6,8%. La catena di negozi specializzati nella vendita di articoli per la casa ed il bricolage ha generato nel terzo trimestre un utile operativo di $0,40 per azione. Il consensus era di $0,15 per azione. Tyson Foods (US9024941034) guadagna il 6,5%. Il primo produttore al mondo di carne ha pubblicato uan convincente trimestrale ed alzato il suo dividendo.

LE BORSE OTTIMISTE SUL FUTURO DEGLI USA


L'economia tedesca si raffredderà, borse guardano con ottimismo agli Usa

Di Francesca Gerosa
L'economia tedesca si raffredderà, borse guardano con ottimismo agli Usa
La Bundesbank prevede un ulteriore rallentamento dell'economia tedesca a fine anno e il presidente Weidmann lancia alcuni avvertimenti, ma le borse restano ottimiste sulla politica Usa e sull'Eurogruppo. Attualmente l'economia è mista, recita un rapporto della Buba, ma si raffredderà ulteriormente a fine anno. Disturbanti fattori esterni, ha spiegato la Banca centrale tedesca, stanno infatti incidendo sulle prospettive di investimento e sulla programmazione occupazionale.

Il presidente della Buba ha poi lanciato due moniti: le banche in difficoltà finanziarie non devono per forza essere salvate dalla bancarotta: "non dovrebbero esserci delle garanzie per la sopravvivenza" e la crisi dei debiti sovrani non può essere risolta attraverso un'unione bancaria. "Se fatta in modo corretto, l'unione bancaria può essere un pilastro importante, perfino per sostenere un'unione monetaria stabile. Ma non è la chiave per risolvere la crisi e non dovremmo pretendere che lo sia", ha detto Weidmann.

Secondo il numero uno della Bundesbank, i problemi esistenti attualmente nel sistema bancario sono soprattutto la conseguenza di errori passati, commessi a livello nazionale, e quindi i rischi nei bilanci dei Paesi che si sono verificati sotto una responsabilità nazionale "vanno risolti dai rispettivi governi". Diffondere questi rischi attraverso un'unione bancaria, ha sottolineato Weidmann, sarebbe l'equivalente di un trasferimento fiscale e sarebbe in contraddizione con lo scopo dell'unione bancaria stessa. Inoltre, un'azione del genere potrebbe incentivare i Paesi a non riformare i propri sistemi finanziari.

A dare direzione ai mercati (+1,20% a 15.034 punti il Ftse Mib di Piazza Affari) sono le aspettative positive su una soluzione politica negli Stati Uniti per scongiurare il fiscal cliff e sulla riunione dell'Eurogruppo di domani. I commissari dell'Ue e i ministri delle finanze dei paesi dell’Eurozona dovranno convincere il Fondo monetario internazionale sulla sostenibilità del debito del Paese ellenico (ridurre il rapporto debito/pil al 120% entro il 2022).

In particolare, dalla riunione di domani dovrebbe uscire un documento capace di mediare tra le posizione dell'Unione Europea e quella del Fondo monetario internazionale. "Reputiamo che il sentiment positivo sui mercati sia legato all’aumento delle attese degli investitori su un esito favorevole delle trattative tra democratici e repubblicani al Congresso per risolvere il problema del fiscal cliff, il precipizio fiscale, tagli alla spesa automatici e aumento dell’imposizione fiscale per un ammontare complessivo di 607 miliardi di dollari ovvero il 4% del pil del Paese a stelle e strisce", afferma Filippo Diodovich, market strategist di IG.

L'amministrazione Obama sembra essere riuscita a compiere passi importanti verso il raggiungimento di un accordo in tempi molto brevi. Lo stesso portavoce dei repubblicani alla Camera dei Rappresentanti, John Boehner, ha affermato che i colloqui con i democratici sono stati costruttivi.

Comunque, "probabilmente non ci sarà una soluzione prima di gennaio. Sicuramente arriveranno dichiarazioni rassicuranti, ma non una soluzione vera e propria", osserva Alessandro Milesi, presidente di Onis Srl, aggiungendo che qualunque soluzione, in ogni caso, "non potrà essere favorevole alla crescita". Quanto all'Eurogruppo, "riteniamo che domani sia molto probabile lo sblocco dell'ennesima tranche di aiuti alla Grecia", aggiunge l'esperto di IG. "E' possibile anche che nel meeting si decida di ridurre i tassi ai prestiti concessi dalla Troika al Paese ellenico".

BPM DECLASSATA A JUNK


Bpm rischia di diventare junk, non ci sta e attacca Moody's

Di Francesca Gerosa
<a href="/quotazioni/quotazioni.asp?step=1&action=ricerca&codiceStrumento=u2ae&titolo=BCA POP MILANO">Bpm</a> rischia di diventare junk, non ci sta e attacca Moody's
La Popolare di Milano segue l'intonazione positiva del mercato e delle altre banche italiane e spunta un +0,90% a 0,3690 euro a Piazza Affari anche se Moody's sabato ha messo in revisione per un possibile downgrade il rating (Baa3) della banca. La decisione, ha spiegato l'agenzia, riflette principalmente l'opinione che Bpm abbia una bassa generazione interna di capitale e che la qualità dei suoi attivi si stia indebolendo a fronte di un contesto economico debole.

La revisione si focalizzerà sull'abilità del nuovo management di migliorare la flessibilità finanziaria della banca. Bpm non ci sta e contrattacca Moody's. Piazza Meda, esprimendo il proprio disappunto per il modo in cui tale decisione è maturata, si è detta anche pronta a considerare "ogni azione che potrà essere intrapresa al fine di tutelare la banca, i suoi azionisti e gli investitori".

L'istituto ha lamentato, in particolare, che, malgrado i diversi inviti rivolti da Bpm, nessun analista di Moody's ha ritenuto necessario incontrare il nuovo management. L'ultimo incontro, è stato ricordato, è avvenuto lo scorso anno prima del cambiamento della governance e con il precedente management.

Per l'istituto il comportamento dell'agenzia di rating, dunque, "trascura l'importante cambiamento che ha interessato l'intero gruppo tra cui il mutamento della governance, il rinnovamento del management, la presentazione del business plan 2012-2015 e tutte le azioni intraprese per la semplificazione e il rilancio del gruppo".

In effetti, nel terzo trimestre la generazione di capitale è stata leggermente negativa (-10bps con un Core Tier 1 ratio dell'8,9%) a causa del downgrade dell'Italia che ha avuto impatti negativi sulle ponderazioni (da 50% a 100%) degli impieghi verso le banche. Tuttavia gli analisti di Equita si aspettano che entro fine anno la rimozione degli add-ons di Banca d'Italia (150bps) porti il Core Tier 1 ratio della banca al 9,4%.

Anche la qualità del credito nel terzo trimestre ha registrato un'accelerazione nel deterioramento con la generazione dei crediti problematici passata da 2,9% al 3,4%. Con l'eventuale downgrade Bpm diventerebbe junk, notizia ovviamente negativa perché aumenterebbe il costo del finanziamento. L'investment case di Equita su Bpmrimarrebbe tuttavia intatto (buy e target price a 0,6 euro) visto che si basa sull'esecuzione del piano industriale e della performance operativa attraverso il taglio dei costi.

Invece Kepler oggi ha conferma hold portando il target da 0,37 a 0,38 euro. "La ristrutturazione di Bpm continua nonostante la mancanza di un accordo coi sindacati, che il management è disposto a raggiungere entro la fine dell'anno", osservano gli analisti di Kepler che comunque non possono fare a meno di osservare che i ricavi caratteristici della banca restano sotto pressione e gli accantonamenti aumentano con il trading che fornire un po' di conforto.

Kepler dopo i conti ha affinato le stime 2012-2015 dell’utile operativo di Bpm in media meno del 2% dal momento che la stima del broker sulla riduzione dei costi del 2,6% non è sufficiente a compensare i maggiori accantonamenti (+4,5%) e la diminuzione dei ricavi (-1,2%).

FISCAL CLIFF, OCCASIONE PER COMPRARE ?


Perché il Fiscal Cliff è un’occasione di acquisto (di breve)

I tagli automatici alla spesa e l’aumento delle tasse per 600mld e rotti NON ci saranno se non formalmente e a secolo da destinarsi. Sono troppi gli interessi in gioco. Di FunnyKing
Ve lo diciamo ancora una volta, e per essere chiari usiamo le parole del rag. Ugo Fantozzi: il “fiscal cliff” è una cagata pazzesca!
I tagli automatici alla spesa e l’aumento delle tasse per 600mld e rotti NON ci saranno se non formalmente e a secolo da destinarsi. Sono troppi gli interessi in gioco.
La borsa USA non sta scendendo per il fiscal cliff (a cui tra 12 giorni si aggiungerà il debt ceiling…), ma per un altro motivo che vi riveleremo a fine articolo (suspance).
Il Fiscal Cliff è una buona occasione di acquisto.
Avrete notato il rimbalzo degli indici di ieri. Ero su Skype con un noto analista tecnico ieri quando è cominciato il “rimablzone” dello S&P500, mi sono sentito dire “Ehi fk, che succede va tutto su, lo S&P si è sparato 10 punti in un secondo”. (poi ha continuato nel pomeriggio americano)
John Boehner è lo speaker della camera dei deputati USA ed è un importante rappresentante dei Repubblicani e ieri ha detto:
“Credo che potremmo farlo e evitare il fiscal cliff” (riferendosi ad un accordo coi Democratici)
e bum si saleeeeee, pericolo scampato, va tutto bene madama la marchesa.
No in realtà gli indici erano tirati e come si dice “gli operatori aspettavano un motivo per prendere profitto”
Ma non fatevi illusioni, l’elefante nella stanza è ancora li : l’economia mondiale fa schifo
Lo ripetiamo per l’ennesima volta, l’intera economia mondiale sta rallentando e con essa gli utili delle società quotate a Wall Street, dopotutto il rapporto prezzo utili un minimo di significato lo mantiene.
Vi anticipo che a nostro parere la percentuale di sorprese positive continuerà a diminiure (e aumenteranno le revisioni al ribasso degli analisti), vi rammento che nel loro insieme i mitici (anal)isti più di moda in america battezzavano lo S&P500 a 1480pti a fine anno con un P/E di 16,2 fanno circa 92$ di utili.

ROUBINI PESSIMISTA SUL MERCATO AZIONARIO


Roubini: le ragioni del crollo non sono solo per il Fiscal Cliff

Il mercato azionario ha continuato a scendere dai primi di novembre , in concomitanza con le elezioni statunitensi. Ma il perenne calo, intervallato solo da qualche brevissima ripresa, non è riassumibile solo nella paura del Fiscal Cliff che blocca l’economia americana.

La riforma fiscale che il mondo attende e che invece langue, non è imputabile di una situazione macroeconomica molto più grave. Ne è convinto anche Nouriel Roubini, il popolare analista che vede una rete ben più ampia di responsabilità e di tendenze.
Infatti secondo quanto dichiarato a Business Insider, quella del Fiscal Cliff è una scusa platealmente minimalista: il problema era ampiamente conosciuto anche prima delle elezioni, è stato ulteriormente sviscerate ed esaminato da economisti ed analisti, chiunque temesse degli appesantimenti dati dalla riforma (il reperimento di fondi attraverso ulteriori aumenti di tasse e minori agevolazioni fiscali) ha da tempo preso i dovuti provvedimenti, ed è proprio questo atteggiamento previdente (anche troppo) che ha bloccato gli sviluppi di diversi settori economici che promettevano evoluzioni ben più promettenti di quanto finora registrato.
In una nota ai clienti del suo studio la settimana scorsa, Nouriel Roubini ha dato 6 motivi per cui il rally ha avuto “fiato corto”.
La crescita è debole. La crisi dell'Eurozona è tornata a peggiorare a causa della Grecia (di nuovo) con il mancato accordo, stavolta, dei rappresentanti della Troika i quali non riescono a trovare un punto fermo e chiudere il loro documento. Proprio da ciò, infatti, dalle considerazioni finali, dovranno essere decisi gli stanziamenti delle varie tranche che, alla fine, permetteranno ad Atene di ricevere i tanto agognati 31 miliardi di euro. Il paradosso è proprio in questo passaggio: mentre si accusava il governo di non riuscire a garantire compattezza e continuità nelle riforme dovute, questo ha mantenuto, seppur a fatica, la promessa con le votazioni in parlamento delle misure di austerità, mentre proprio l’organo di vigilanza, adesso, sta avendo i suoi problemi nel chiudere la relazione.
Le preoccupazioni politiche circa la riforma fiscale negli Usa. Gli incontri tra il Presidente e il Congresso hanno avuto inizio la settimana scorsa in via ufficiale e i rappresentanti hanno definito i primi colloqui “costruttivi”, però, intanto, il rischio è quello di giungere a un accordo momentaneo sulle riforme più urgenti, con misure che non accontentano nessuno.
Intanto il QE sta esaurendo il suo impatto, e, a differenza del passato (QE1 e QE2), quest’azione è stata lanciata in un momento di picco del mercato, cosa che non lascia molti margini per ulteriori provvedimenti.
Il tutto proprio mentre il rischio geopolitico è tornato con la guerra tra Israele e i territori di Gaza, che rischia di espandersi verso tutta la zona araba del Medio Oriente con l’Iran e la Siria che non aspettano altro.
In realtà nessuno dei fatti in sè rappresenta una sorpresa per gli investitori, il problema reale è la loro simultanea presenza proprio a ridosso di una riforma che potrebbe intaccare le basi della prima economia mondiale direttamente alla radice. Secondo gli esperti, infatti, un mancato accordo tra le parti per il Fiscal Cliff potrebbe incidere sul Pil per percentuali che vanno dal 2% (nel migliore dei casi) al 4% (nel peggiore) cosa che farebbe precipitare gli Usa in una recessione on solo economica, ma anche politica visto che perderebbe il suo potere di negoziazione anche nei confronti della Cina e soprattutto nell’ambito dei petroliferi, per quanto l’IEA, l’International Energy Agency, abbia decretati gli Usa come la prima potenza produttrice di petrolio, scavalcando anche l’Arabia Saudita oggi prima in classifica. Peccato che la previsione si riferisca al 2020. Fino ad allora sarà il Medio Oriente a dettare legge in materia.



LE 5 AZIONI RIFUGIO


5 società-rifugio nei mercati in tempesta

Nelle bufere dei mercati, le trincee che proteggono gli operatori sono fatte di sacchi di denaro, l’unica cosa che potrebbe migliorare la resa di un titolo.
La paura che nel mirino dei legislatori, circa la riforma fiscale statunitense, possano finire anche plusvaluenze e dividendi, blocca molte società e la prima conseguenza è che le azioni, in generale tendono a scendere (-4% solo questo mese)
Unica certezza, sono le imprese senza debito a lungo termine e disponibilità di liquidi oltre i 500 milioni di dollari. Meglio ancora se con un free-cash-flow in crescita e ampi margini di miglioramento
Un report di Market Watch ne elenca le migliori
1) Apple
Dopo 52 settimane in oscillazione sull’onda dei 700$, il titolo ha iniziato a scendere, perdendo quasi un quarto del valore, a causa di alcuni timori degli investitori sulla paura di un punto d’arrivo dell’azienda con pericolosa ripetitività delle offerte. Il motivo? Un iPhone5 che non ha pienamente centrato l’obiettivo, una sorta di aspettativa esagerata data ormai dal brand storico e dalle precedenti rivoluzioni della ditta di Cupertino. Eppure, secondo RJ Towner, Direttore Associato Securities Valuentum, consulente indipendente di ricerca sugli investimenti, il selloff rappresenta un'opportunità di acquisto. "L’iPhone5 continuerà a trascinare il mercato anche per il 2013 e la concorrenza di un Samsing Galaxy, anche se agguerrita, sarà solo relativa ". Sulla base di alcune proiezioni, Apple potrebbe toccare anche vette di $ 818, mentre la chiusura di giovedì era di 525,62 dollari
2) Bed Bath & Beyond
Visto il settore dell’housing in ripresa, la prima a beneficiarne potrebbe essere proprio Bed Bath & Beyond che offre tutto per la casa dal pavimento all’arredo. Non solo, ma approfittando del momento, ha messo a segno un’acquisizione di 495 milioni dollari della sua rivale Cost Plus a maggio, seguita da quella di Linen Holdings Co., un produttore di biancheria da letto e articoli per il bagno strettamente indirizzati ad alberghi e navi da crociera. Costo dell’operazione: 105 milioni di dollari
L’andamento del titolo non ha visto il subitaneo rialzo del mercato ma in termini di valutazione, Bed Bath & Beyond è scambiata a 11,5 volte gli utili stimati per i prossimi 12 mesi. Una valutazione interessante per Bed Bath & Beyond, secondo quanto dichiarato da Oliver Pursche, presidente di Gary Goldberg Financial Services, resta tale finchè l’azienda sarà in grado di aumentare gli utili su livelli di due cifre, altrimenti l’appetibilità del titolo verrà meno.
I ricavi si prevedono in crescita del 15,4%, secondo gli analisti interpellati da FactSet, segno che le potenzialità attualmente ci sono tutte.
3) Qualcomm
Qualcomm Inc. ha visto un salto nel fatturato a 19 miliardi di dollari dai precedenti 11 miliardi del 2010sulla scia dell’industria hitech precedentemente in crescita, adesso, nonostante il rallentamento previsto, i rialzi delle stime di Qualcomm non destano preoccupazione tra gli analisti. Perchè? "Il problema per Qualcomm non si pone: che sia Apple o Samsung comunque i microchip vengono da lei, quindi in qualsiasi modo si pone il mercato l’azienda farà soldi" secondo Towner. In media, gli analisti prevedono entrate su un +23% per il 2013 e del 10% per l'anno successivo.
4) Cognizant Technology Solutions
Ottime le prospettive di crescita di Cognizant Technology Solutions Corp. Con sede nel New JErsey, opera con i dipendenti del mercato indiano e sfrutta la clientela delle banche e degli operatori sanitari cui offre consulenza per i sistemi software.Le previsioni dei ricavi prevedono un +17% per il 2013 e 16,2% nel 2014. Eppure Wall Street al momento ne ignora le potenzialità future. In tutto ciò, però, Towner è ottimista, con un campanello d’allarme che dovrebbe scattare solo se le azioni dovessero scendere sotto i 51 dollari, limite piuttosto lontano visto che giovedì la chiusura ha toccato i 65 dollari.
5) F5 Networks
Le azioni, negli ultimi 5 anni hanno toccato un +200%, grazie allo sviluppo della rete di cui l’azienda si occupa, anzi, per la precisione, di regolare il flusso delle informazioni, evitando ingorghi e traffico. Eppure anche se F5 Networks ha recentemente pubblicato un outlook deludente per il trimestre in corsole entrate del 2013 si vedranno in rialzo di un buon 14%.


TERRORE DA SELL-OFF


Mercati azionari verso un pesante sell-off?

Siamo giunti vicino a livelli in corrispondenza dei quali i mercati potrebbero tentare un rimbalzo anche corposo, ma per il momento, c’è poco da sperare in rialzi duraturi nel tempo. L’intervista a G.Marciano.
Di seguito riportiamo un’intervista realizzata a Gerardo Marciano, capo analista e socio di ProiezionidiBorsa. Marciano è anche consulente di diverse SIM e collabora con riviste finanziarie nazionali e internazionali.
Per scaricare il nostro Frattale previsionale fino al 31 Dicembre Cliccare sul seguente link
Quali riflessioni si possono fare sull’attuale situazione di politica economica e dei mercati azionari?
Continua a tenere banco l’incertezza circa un accordo per evitare il Fiscal Cliff. A questo si aggiunge una delicata situazione geopolitica in medio oriente, e pessimi dati economici.
Ci sono tutti gli ingredienti per rendere i mercati ancora più instabili.
Ogni settimana che trascorre, ci rende ancora più pessimisti.
Due mesi fa, abbiamo chiuso le posizioni rialziste di lungo termine.
Da oltre due mesi, continuiamo a rimarcare che il trend di lungo termine sarebbe stato messo a dura prova, e che dinanzi a noi, avremmo avuto mesi difficili e di potenziali forti ribassi.
Purtroppo, la situazione grafica degli indici internazionali continua a peggiorare.
A questo quadro, da non meno di una settimana, si è aggiunto un Hindenburg Omen confermato.
E’ interessante notare come negli ultimi 22 anni tutti i grandi crash dei Mercati finanziari siano stati SEMPRE anticipati da un segnale Hindenburg Omen confermato :è’ apparso nelle settimane precedenti al crash del 1987;tre giorni prima del crash dell’Ottobre 1989;prima della recessione del 1990;alcune settimane prima della crisi di L.T.C.M. e della crisi asiatica del 1998;ha anticipato il crollo delle quotazioni nel 2000 e quello successivo all’attentato dell’11 Settembre;si è manifestato prima del crollo che ha condotto al minimo dell’Ottobre 2002 e ad Ottobre 2007;ha anticipato la discesa dei mercati che ha portato al minimo del 23 Gennaio 2008;nel Giugno 2008 inoltre, ha anticipato l'ulteriore violento ribasso fino al Marzo 2009.Cosa fare allora?
Bisogna attendere ulteriori conferme, ma se questo è il buongiorno, il tramonto e la sera, sarà un ribasso da far accapponare la pelle..Una speranza ancora c'è : i mercati americani non devono mollare la loro Media Maestra.La Media Maestra infatti, rappresenta il Trend di medio lungo termine, che ancora oggi, nonostante tutto, per questi mercati è ancora positivo (la tendenza di lungo dei mercati europei e dell’euro è fortemente ribassista).I mercati dai livelli attuali devono subito rimbalzare e riportarsi stabilmente sopra i massimi recenti e lo scenario mensile del Top or Bottom, non deve automodificarsi.Se uno solo di questi tasselli non si incastrerà nell'attuale puzzle che si è formato sui mercati, sarà meglio stare lontano da questi ultimi, perchè nei prossimi mesi (fino al primo trimestre 2013) i rimbalzi rialzisti saranno l'eccezione, mentre le spirali ribassiste, la regola!Se i mercati americani, perderanno la loro Media Maestra, vedremo discese di un altro 10/12% su questi indici, e del 30% per mercati europei .
Cosa ci può dire sui mercati per il breve termine?
Siamo giunti vicino a livelli in corrispondenza dei quali i mercati potrebbero tentare un rimbalzo anche corposo, ma per il momento, come evidenziato prima, c’è poco da sperare in rialzi duraturi nel tempo.
Quali sono le sue previsioni sul cambio euro/dollaro? E’ lecito attendersi un ulteriore recupero della moneta unica nei confronti del biglietto verde?
Le cose sono cambiate e nel breve, attenderemo l'euro in area 1,25, ma il vero obiettivo, se non cambia qualcosa è a 1,18 per/entro Marzo 2013. Anche se non ci dovrebbe meravigliare un cambio a 1,02 entro 6/7 mesi!
Come al solito, si procederà per steps.
E quali sono le proiezioni per il Future Bund?
Negli ultimi giorni, abbiamo raggiunto un eccesso di breve e sono possibili ritracciamenti, ma nel medio abbiamo proiezioni di prezzo fino ai 149.
Cosa può dirci infine per l’oro?
Al momento, la resistenza (di cui avevamo parlato nelle precedenti interviste) dei 1.800, ha funzionato da forte baluardo, disegnando un doppio massimo su base mensile.
Possibile quindi, nuovi ritracciamenti verso area 1.500.



sabato 17 novembre 2012

IL PORTAFOGLIO DI WARREN BUFFETT

Warren Buffett portafoglio: ecco i cambiamenti



Le grandi opportunità d’investimento si manifestano quando aziende eccellenti si trovano in circostanze inusuali che provocano il deprezzamento delle loro azioni. Warren Buffett

Nel mondo degli investimenti, Warren Buffett è il re, quando la sua società di investimenti Berkshire Hathaway (NYSE: BRKA) effettua delle modifiche al suo portafoglio gli investitori si mettono seduti e prendono nota.

La Berkshire ha quasi eliminato la sua posizione in Johnson & Johnson (NYSE: JNJ) eGeneral Electric (NYSE: GE), in base al suo deposito 13-F* presso la Securities and Exchange Commission.
L'azienda ha poco più 492 mila azioni di J&J al 30 settembre - che è il 95 per cento dei 10,3 milioni di azioni che erano in possesso al 30 giugno. General Electric è stata ridotta a 588900 azioni, in calo del'88% dalle 5.000.000 di azioni di tre mesi fa.
* Il Form 13F è una relazione trimestrale di partecipazioni da parte dei gestori degli investimenti istituzionali con almeno 100 milioni di dollari in azioni, come richiesto dalla United States Securities and Exchange Commission (SEC). Questi investitori sono banche, assicurazioni, hedge funds, società di investimento, fondazioni e fondi pensione. Il modulo 13F riporta solo posizioni long. Posizioni short non devono essere divulgate e non sono segnalate.

Non sorprende che le azioni di queste società siano diventate negative in seguito alla notizia. Le decisioni di Buffett hanno il potere di farlo - le notizie di modifiche al suo portafoglio a volte possono essere come un potente stimolo sui guadagni.

Titoli ridotti o eliminati

Berkshire ha anche ridotto significativamente le proprie partecipazioni in United Parcel Service (NYSE: UPS)Lee Enterprises (NYSE: LEE) e Kraft Foods Inc., prima della scissione che ha portato in due società distinte quotate in borsa.

Visa (NYSE: V)Verisk Analytics (NASDAQ: VRSK)ConocoPhillips (NYSE: COP),Procter & Gamble (NYSE: PG) e US Bancorp (NYSE: USB) sono stati tagliati, anche se Berkshire terrà la maggioranza della sua quota in ciascuna.

Berkshire ha anche eliminato le posizioni in alcune aziende relativamente nuove come CVS Caremark Corp. (NYSE: CVS) e Dollar General Corp. (NYSE: DG) suggerendo ancora una volta che i nuovi talenti del fondo hedge, scelti da lui stesso, stanno prendendo una nuova direzione.

Titoli aggiunti o maggiorati

Berkshire ha aggiunto Deere & Co. (NYSE: DE) al suo portafoglio con un acquisto di quasi 4 milioni di azioni del valore di 337 milioni dollari in totale. Il deposito alla SEC mostra che Berkshire possedeva 1.248.901 azioni di Castparts (NYSE: PCP) alla fine del trimestre, una quota del valore di 216 milioni e quasi 1,6 milioni di azioni di Wabco Holdings (NYSE: WBC) del valore di 92 milioni.

L'hedge fund ha anche aumentato la sua partecipazione in General Motors (NYSE: GM) del 50%, da 5 milioni di azioni a 15 milioni. La quota di Berkshire in National Oilwell (NYSE: NOV) è aumentata del 47 % per il trimestre, mentre la sua partecipazione in Viacom (NYSE: VIAB) è aumentata del 12%.

Bank of America (NYSE: BAC)DirecTV (NASDAQ: DTV)Wells Fargo (NYSE: WFC) eIBM (NYSE: IBM) hanno guadagnato il favore nel trimestre con la Berkshire che ha aumentato la sua partecipazione per ciascuna.

Fino ad ora i movimenti nell'hedge fund sembrano andare avanti senza problemi. Il valore complessivo del portafoglio di Berkshire è aumentato nel trimestre di fine settembre a 75,3 miliardi dollari, rispetto ai 74,3 miliardi dollari alla fine di giugno. Berkshire Classe A (NYSE: BRKA) attualmente ha una capitalizzazione di mercato di 212,24 miliardi dollari, mentre le sue azioni di classe B (NYSE: BRKB) hanno una capitalizzazione di mercato di 211,81 miliardi dollari.