Bpm rischia di diventare junk, non ci sta e attacca Moody's
Di Francesca Gerosa
La Popolare di Milano segue l'intonazione positiva del mercato e delle altre banche italiane e spunta un +0,90% a 0,3690 euro a Piazza Affari anche se Moody's sabato ha messo in revisione per un possibile downgrade il rating (Baa3) della banca. La decisione, ha spiegato l'agenzia, riflette principalmente l'opinione che Bpm abbia una bassa generazione interna di capitale e che la qualità dei suoi attivi si stia indebolendo a fronte di un contesto economico debole.
La revisione si focalizzerà sull'abilità del nuovo management di migliorare la flessibilità finanziaria della banca. Bpm non ci sta e contrattacca Moody's. Piazza Meda, esprimendo il proprio disappunto per il modo in cui tale decisione è maturata, si è detta anche pronta a considerare "ogni azione che potrà essere intrapresa al fine di tutelare la banca, i suoi azionisti e gli investitori".
L'istituto ha lamentato, in particolare, che, malgrado i diversi inviti rivolti da Bpm, nessun analista di Moody's ha ritenuto necessario incontrare il nuovo management. L'ultimo incontro, è stato ricordato, è avvenuto lo scorso anno prima del cambiamento della governance e con il precedente management.
Per l'istituto il comportamento dell'agenzia di rating, dunque, "trascura l'importante cambiamento che ha interessato l'intero gruppo tra cui il mutamento della governance, il rinnovamento del management, la presentazione del business plan 2012-2015 e tutte le azioni intraprese per la semplificazione e il rilancio del gruppo".
In effetti, nel terzo trimestre la generazione di capitale è stata leggermente negativa (-10bps con un Core Tier 1 ratio dell'8,9%) a causa del downgrade dell'Italia che ha avuto impatti negativi sulle ponderazioni (da 50% a 100%) degli impieghi verso le banche. Tuttavia gli analisti di Equita si aspettano che entro fine anno la rimozione degli add-ons di Banca d'Italia (150bps) porti il Core Tier 1 ratio della banca al 9,4%.
Anche la qualità del credito nel terzo trimestre ha registrato un'accelerazione nel deterioramento con la generazione dei crediti problematici passata da 2,9% al 3,4%. Con l'eventuale downgrade Bpm diventerebbe junk, notizia ovviamente negativa perché aumenterebbe il costo del finanziamento. L'investment case di Equita su Bpmrimarrebbe tuttavia intatto (buy e target price a 0,6 euro) visto che si basa sull'esecuzione del piano industriale e della performance operativa attraverso il taglio dei costi.
Invece Kepler oggi ha conferma hold portando il target da 0,37 a 0,38 euro. "La ristrutturazione di Bpm continua nonostante la mancanza di un accordo coi sindacati, che il management è disposto a raggiungere entro la fine dell'anno", osservano gli analisti di Kepler che comunque non possono fare a meno di osservare che i ricavi caratteristici della banca restano sotto pressione e gli accantonamenti aumentano con il trading che fornire un po' di conforto.
Kepler dopo i conti ha affinato le stime 2012-2015 dell’utile operativo di Bpm in media meno del 2% dal momento che la stima del broker sulla riduzione dei costi del 2,6% non è sufficiente a compensare i maggiori accantonamenti (+4,5%) e la diminuzione dei ricavi (-1,2%).
La revisione si focalizzerà sull'abilità del nuovo management di migliorare la flessibilità finanziaria della banca. Bpm non ci sta e contrattacca Moody's. Piazza Meda, esprimendo il proprio disappunto per il modo in cui tale decisione è maturata, si è detta anche pronta a considerare "ogni azione che potrà essere intrapresa al fine di tutelare la banca, i suoi azionisti e gli investitori".
L'istituto ha lamentato, in particolare, che, malgrado i diversi inviti rivolti da Bpm, nessun analista di Moody's ha ritenuto necessario incontrare il nuovo management. L'ultimo incontro, è stato ricordato, è avvenuto lo scorso anno prima del cambiamento della governance e con il precedente management.
Per l'istituto il comportamento dell'agenzia di rating, dunque, "trascura l'importante cambiamento che ha interessato l'intero gruppo tra cui il mutamento della governance, il rinnovamento del management, la presentazione del business plan 2012-2015 e tutte le azioni intraprese per la semplificazione e il rilancio del gruppo".
In effetti, nel terzo trimestre la generazione di capitale è stata leggermente negativa (-10bps con un Core Tier 1 ratio dell'8,9%) a causa del downgrade dell'Italia che ha avuto impatti negativi sulle ponderazioni (da 50% a 100%) degli impieghi verso le banche. Tuttavia gli analisti di Equita si aspettano che entro fine anno la rimozione degli add-ons di Banca d'Italia (150bps) porti il Core Tier 1 ratio della banca al 9,4%.
Anche la qualità del credito nel terzo trimestre ha registrato un'accelerazione nel deterioramento con la generazione dei crediti problematici passata da 2,9% al 3,4%. Con l'eventuale downgrade Bpm diventerebbe junk, notizia ovviamente negativa perché aumenterebbe il costo del finanziamento. L'investment case di Equita su Bpmrimarrebbe tuttavia intatto (buy e target price a 0,6 euro) visto che si basa sull'esecuzione del piano industriale e della performance operativa attraverso il taglio dei costi.
Invece Kepler oggi ha conferma hold portando il target da 0,37 a 0,38 euro. "La ristrutturazione di Bpm continua nonostante la mancanza di un accordo coi sindacati, che il management è disposto a raggiungere entro la fine dell'anno", osservano gli analisti di Kepler che comunque non possono fare a meno di osservare che i ricavi caratteristici della banca restano sotto pressione e gli accantonamenti aumentano con il trading che fornire un po' di conforto.
Kepler dopo i conti ha affinato le stime 2012-2015 dell’utile operativo di Bpm in media meno del 2% dal momento che la stima del broker sulla riduzione dei costi del 2,6% non è sufficiente a compensare i maggiori accantonamenti (+4,5%) e la diminuzione dei ricavi (-1,2%).
Nessun commento:
Posta un commento