Faber: siamo all'inizio del collasso
Il mercato come organismo che tenta da solo di guarire. Da cosa?
Dalla stampa indiscriminata di denaro delle banche centrali che rischiano di affogare letteralmente l'economia. Con gli Usa che hanno vissuto al di sopra dei loro mezzi e che, come l'Europa, ne pagano adesso le conseguenze.
L’intervista della CNBC a Marc Faber lascia poche speranze all’ottimismo. MA dalla persona che a quanto pare è specializzata per antonomasia nel prevedere crolli e nell’annunciare catastrofi non ci si poteva aspettare altro.
"Il problema dei mercati non è la Grecia, perchè di quella ormai si sa tutto da anni e tutti i provvedimenti sono stati presi, almeno da parte degli investitori. Al massimo, ciò che rimane è il problema geopolitico, null’altro. Nemmeno il Famoso Fiscal Cliff perchè non ce ne sarà mai uno. A nessuno al Congresso e fuori conviene che i tagli della spesa pubblica e soprattutto l'aumento delle tasse giunga a compimento. Si stanno già dando da fare per riuscire a porvi rimedio, al massimo, in maniera temporanea nel frattempo di una serie di accordi strutturali".
"Il mercato sta andando giù perché gli utili societari inizieranno a deludere, l'economia globale difficilmente crescerà l'anno prossimo o addirittura subirà una flessione. L’ottimismo che spesso aleggia dietro alla rielezione di Obama è una costruzione inutile perchè già dal primo giorno successivo il crollo è stato diffuso su tutte le Piazze.Il mercato andrà incontro a una questione più complessa di questa perchè le dinamiche del mercato stesso sono imprevedibili e interconnesse, non riconducibili a linearità basate sul nesso causa-effetto”.
Dunque sulla base di quanto affermato il mercato scenderà. Ma di preciso? Secondo Faber l’azionario perderà almeno il 20% rispetto ai picchi di settembre. Un esempio su tutti, per quanto riguarda i titoli, lo fornisce Apple. L’analista punta il dito contro gli utili deludenti che sono stati tra le cause prime delle perdite iniziate a settembre. A seguire, anche gli esempi di Amazon, McDonalds e Google, nomi che solitamente indicano certezza e che stavolta hanno portato solo sfiducia negli investitori.
Sfiducia che, invece, non è come quella generata dal Fiscal Cliff perchè, in questo caso si tratterebbe di aumenti fiscali distribuiti nell’arco di 5 anni e tagli alla spesa i cui effetti si vedrebbero, secondo Faber, tra 100.
Gli Stati Uniti avrebbero vissuto al di sopra delle loro possibilità per oltre un trentennio e adesso i tentativi della Fed di stampare altro denaro non sono altro che il preambolo per l’implosione dei mercati finanziari e i primi indizi si avrebbero già da adesso. Implosione che potrebbe essere anche l’ultimo spasimo di un organismo agonizzante che sta tentando di auto-guarirsi.
"La domanda è: è meno doloroso per la società passare attraverso l‘austerity in stile europeo oppure vedere un crollo azionario per i prossimi 5-10 anni? Ignorare o peggio ancora rimandare i problemi, come quello del debito e della spesa pubblica non fa altro che peggiorare la situazione". In particolare "Nelle società occidentali occidentale, tra cui il Giappone, il problema che abbiamo è che il debito è troppo alto, in qualche modo dovrà essere ripagato altrimenti rallenterà la ripresa a tutti gli effetti, sia di chi lo ha contratto sia di chi lo ha elargito."
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