Telecom si complica la vita e non vede l'uscita più veloce
per il deleverage
Di Francesca Gerosa
Telecom Italia si complica la vita e non vede l'uscita più veloce per il deleverage. L'azione stamani paga in borsa (-3,49% a 0,6905 euro) le nuove indiscrezioni di stampa secondo cui sarebbero ferme le trattative fra il colosso tlc e la Cassa depositi e prestiti in quanto ci sarebbe disparità di vedute sulla valutazione della rete di accesso di TI (almeno 15 miliardi di euro la valutazione fatta da Telecom) e sulla governance (Cdp vorrebbe esprimere il ceo).
In assenza di questo deal, Telecom Italia potrebbe aver bisogno comunque di risorse e valuterebbe un aumento di capitale con diritto di opzione nel quale, secondo la stampa, Telco potrebbe anche non partecipare o lasciare che la sua parte la faccia un socio nuovo. In questo caso entrerebbe in gioco il magnate egiziano Naguib Sawiris.
Questo scenario delineato per gli analisti di Equita (hold e target price a 0,83 euro confermati) dipinge una Telecom Italia più fragile che necessita di risorse e senza l'opzione dello spin off della rete. Il quadro pare dunque agli analisti eccessivamente negativo. "Secondo noi sarebbe opportuno/sufficiente per accelerare il deleverage che si precedesse al taglio del dividendo che oggi è leggermente più rischioso e supporta il possibile allargamento dello sconto fra le due classi di azioni nel breve periodo", suggeriscono gli analisti di Equita.
In realtà, osservano gli analisti di Banca Akros (accumulate e target price a 0,90 euro), al fine di mantenere coinvolta la Cdp, una possibile soluzione potrebbe essere l'ingresso della stessa nella holding Telco. In ogni caso "stanno emergendo due nuovipotenziali scenari negativi, vale a dire: nessuno spin-off della rete e quindi nessun afflusso di denaro da parte di Sawiris. In secondo luogo, un'eventuale offerta troppo cara per GVT che graverebbe sul maxi debito di Telecom Italia", precisano gli analisti di Banca Akros.
Ieri infatti l'ad del gruppo, Marco Patuano, ha chiarito la posizione sulla potenziale acquisizione di GVT (700 milioni circa di ebitda nel 2012), per cui Vivendi chiederebbe 7-9 miliardi di euro. Il cda di Telecom del 6 dicembre analizzerà la potenziale acquisizione, comunque la priorità resta la riduzione del debito.
Quindi, se il consiglio deciderà di non procedere con GVT, i flussi di cassa attesi, ha assicurato l'ad, saranno sufficienti per raggiungere l'obiettivo di riduzione del debito a fine anno. Ma gli analisti di Intermonte (outperform) giudicano troppo cara GTV alle valutazioni indicate dalla stampa, pure non considerando le sinergie potenziali. Gli stessi analisti di Kepler (buy e target price a 1,1 euro) ritengono che una mossa diTelecom Italia su GVT sia improbabile.
Mentre si aspettano che il gruppo nel cda di dicembre decida se procedere con lo spin-off della rete di accesso attraverso la creazione di una newco controllata al 100%, gli analisti di Kepler ritengono che la creazione di valore (0,25 euro per azione in più) derivante da una migliore regolamentazione richiederebbe ulteriori negoziati con Agcom su cui vi è al momento scarsa visibilità. Invece, la cessione di una quota di minoranza della newco alla Cdp potrebbe aggiungere 0,05 euro per azione, ma rappresenta un secondo potenziale passo, soggetto a un accordo sul prezzo e sulla governance.
In assenza di questo deal, Telecom Italia potrebbe aver bisogno comunque di risorse e valuterebbe un aumento di capitale con diritto di opzione nel quale, secondo la stampa, Telco potrebbe anche non partecipare o lasciare che la sua parte la faccia un socio nuovo. In questo caso entrerebbe in gioco il magnate egiziano Naguib Sawiris.
Questo scenario delineato per gli analisti di Equita (hold e target price a 0,83 euro confermati) dipinge una Telecom Italia più fragile che necessita di risorse e senza l'opzione dello spin off della rete. Il quadro pare dunque agli analisti eccessivamente negativo. "Secondo noi sarebbe opportuno/sufficiente per accelerare il deleverage che si precedesse al taglio del dividendo che oggi è leggermente più rischioso e supporta il possibile allargamento dello sconto fra le due classi di azioni nel breve periodo", suggeriscono gli analisti di Equita.
In realtà, osservano gli analisti di Banca Akros (accumulate e target price a 0,90 euro), al fine di mantenere coinvolta la Cdp, una possibile soluzione potrebbe essere l'ingresso della stessa nella holding Telco. In ogni caso "stanno emergendo due nuovipotenziali scenari negativi, vale a dire: nessuno spin-off della rete e quindi nessun afflusso di denaro da parte di Sawiris. In secondo luogo, un'eventuale offerta troppo cara per GVT che graverebbe sul maxi debito di Telecom Italia", precisano gli analisti di Banca Akros.
Ieri infatti l'ad del gruppo, Marco Patuano, ha chiarito la posizione sulla potenziale acquisizione di GVT (700 milioni circa di ebitda nel 2012), per cui Vivendi chiederebbe 7-9 miliardi di euro. Il cda di Telecom del 6 dicembre analizzerà la potenziale acquisizione, comunque la priorità resta la riduzione del debito.
Quindi, se il consiglio deciderà di non procedere con GVT, i flussi di cassa attesi, ha assicurato l'ad, saranno sufficienti per raggiungere l'obiettivo di riduzione del debito a fine anno. Ma gli analisti di Intermonte (outperform) giudicano troppo cara GTV alle valutazioni indicate dalla stampa, pure non considerando le sinergie potenziali. Gli stessi analisti di Kepler (buy e target price a 1,1 euro) ritengono che una mossa diTelecom Italia su GVT sia improbabile.
Mentre si aspettano che il gruppo nel cda di dicembre decida se procedere con lo spin-off della rete di accesso attraverso la creazione di una newco controllata al 100%, gli analisti di Kepler ritengono che la creazione di valore (0,25 euro per azione in più) derivante da una migliore regolamentazione richiederebbe ulteriori negoziati con Agcom su cui vi è al momento scarsa visibilità. Invece, la cessione di una quota di minoranza della newco alla Cdp potrebbe aggiungere 0,05 euro per azione, ma rappresenta un secondo potenziale passo, soggetto a un accordo sul prezzo e sulla governance.
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