Piazza Affari si riscatta sul finale con Grilli e le banche
Di Francesca Gerosa
Chiusura positiva a Piazza Affari |
Piazza Affari ritrova sul finale la retta via. Dopo aver passato gran parte della giornata sull'ottovolante, la borsa di Milano si è appoggiata nel pomeriggio sia al rialzo di Wall Street (+0,53% il Dow Jones e +0,08% il Nasdaq al momento) sia al miglioramento di alcuni titoli bancari dopo la pubblicazione dei conti.
Alla fine il bilancio è ampiamente positivo: il Ftse Mib ha guadagnato l'1,40% a 15.333 punti, superando gli altri indici europei (Dax +0,01%, Cac40 +0,56% e Ftse 100 +0,33%), tranne l'Ibex (+1,66%) che ha cavalcato le voci secondo cui la Spagna chiederà a breve un piano di aiuti.
"Riteniamo che il recupero delle piazze azionarie europee sia legato alle dichiarazioni dei ministri delle finanze di Germania e Francia a margine dell'Ecofin che hanno affermato il forte sostegno delle due principali economie europee alla Grecia", ha osservato Filippo A. Diodovich, market strategist di IG. Il ministro delle finanze tedesco ha dichiarato che si sta discutendo la possibilità di concedere al Governo di Atene in un unico pagamento tre tranche assieme introducendo un meccanismo di controllo sul Paese ellenico senza fornire ulteriori dettagli su quest’ultimo.
"La nostra visione è che finalmente anche la Germania si è accorta che bisogna fare in fretta per trovare una soluzione alla crisi in Grecia che si sta riflettendo anche sulle attività economiche del Paese tedesco". Timori confermati oggi dal debole dato dello Zew, sceso a novembre a -15,7 punti (-10 punti il consenso) dai -11,5 punti registrati a ottobre.
Lo spread Btp/Bund, da un massimo intraday a quota 376 punti, ha ritracciato a 362 punti base a seguito del buon esito dell'asta di Bot che ha visto rendimenti in calo. Domani l'Italia offrirà 2,5-3,5 miliardi di euro di Btp a luglio 2015 e 1-1,5 miliardi ad agosto 2023 e novembre 2029. Per i Btp con scadenza più lunga, secondo gli esperti di Ing, non ci saranno grandi problemi, visto anche l'ammontare limitato.
A rassicurare il mercato italiano e raffreddare lo spread ci ha pensato anche il ministro delle Finanze, Vittorio Grilli, secondo cui il governo di Mario Monti ha garantito che i conti pubblici del Paese venissero messi "in ordine in maniera permanente da qui al 2014". Durante la conferenza stampa a Bruxelles al termine dei lavori dell'Ecofin, il ministro ha ricordato che tra le previsioni di autunno formulate dalla Commissione europea e quelle contenute nel Documento di economia e Finanza del Governo c'è poca differenza.
"Sono scarti decimali che in questo clima di incertezza sono del tutto accettabili", ha aggiunto Grilli, sottolineando che l'esecutivo è probabilmente stato prudente sul pil del 2014 e del 2015. "Speriamo di essere stati prudenti", ha detto, aggiungendo che "è assolutamente prematuro" pensare che ci sia bisogno di altre misure.
Grilli non è nemmeno rimasto sorpreso dell'aumento del debito pubblico, aumentato di 19,5 miliardi a settembre a un nuovo massimo storico pari a 1.995,1 miliardi. D'altra parte, finché non si raggiunge il pareggio di bilancio, il debito aumenta: "questo non significa che l'aumento non debba spingerci a rinnovare gli sforzi per la sua riduzione. La prima e più importante forza di riduzione è il bilancio in pareggio. Poi abbiamo le misure aggiuntive".
Sul listino Intesa Sanpaolo (+5,19% a 1,25 euro) e Unicredit (+4,39% a 3,52 euro) sono state premiate dopo i conti, anche se l'ad di Piazza Cordusio non si è sbilanciato sulla cedola: "prenderemo una decisione sull'eventuale dividendo da riconoscere agli azionisti dell'istituto soltanto dopo il quarto trimestre", ha detto Federico Ghizzoni.
Quanto all'esposizione di 42 miliardi di euro che Unicredit aveva in portafoglio a fine settembre nei confronti del debito sovrano italiano rappresenta "una situazione profondamente differente rispetto ai nostri principali competitor nazionali". Unicredit ha comparato la propria esposizione all'Italia, pari al 46% del portafoglio titoli sovrani, rispetto ad altri sette campioni nazionali che presentano posizioni molto più accentuate (dall'81% al 100%).
Per quanto riguarda gli altri Paesi nei confronti dei quali Unicredit detiene titoli di Stato, spicca il 22% sulla Germania, il 9% sulla Polonia e il 6% sull'Austria. I Gips (Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna) pesano invece per il 2%. Gli acquisti si sono riversati anche sulla Popolare di Milano (+4,57% a 0,4049 euro) che però ha chiuso i nove mesi con una perdita di 105,9 milioni di euro per effetto delle svalutazioni degli avviamenti e con un risultato netto positivo nel singolo trimestre per 25,4 milioni di euro, in aumento sia nel confronto annuale che in quello trimestrale.
Effetto trascinamento anche per Mps (+5% a 0,2119 euro), Mediobanca (+2,05% a 4,48 euro), Ubi Banca (+3% a 2,86 euro) e il Banco Popolare (+3,54% a 1,17 euro). Tra gli industriali è salita Fiat (+1,42% a 3,43 euro) mentre Pirelli è scesa (-2,82% a 8,43 euro) dopo la revisione al ribasso del target sui ricavi 2012, seguita da Camfin(-2,71%) e Prelios (-6,79%). Ancora giù Finmeccanica (-0,59% a 3,69 euro).
Tra gli energetici anche Enel Green Power, fresca di conti, ha perso il 2,22% a 1,23 euro. In rosso pure Enel, questa nel giorno dei risultati (-0,22% a 2,75 euro). Poco mossa Telecom Italia (+0,28%) dopo il balzo della vigilia a seguito dell'interesse di Sawiris per un ingresso nel capitale del gruppo tlc. Nel settore del lusso si sono mosse a due velocità Luxottica (+2,40% a 29,86 euro) e Tod's su cui hanno prevalso i realizzi (-6,28% a 88 euro) a seguito dei conti, comunque in crescita. Non si può dire altrettanto per Rcs (-4,44% a 1,18 euro), già scivolata ieri dopo la trimestrale negativa: l'aumento di capitale si avvicina.
Alla fine il bilancio è ampiamente positivo: il Ftse Mib ha guadagnato l'1,40% a 15.333 punti, superando gli altri indici europei (Dax +0,01%, Cac40 +0,56% e Ftse 100 +0,33%), tranne l'Ibex (+1,66%) che ha cavalcato le voci secondo cui la Spagna chiederà a breve un piano di aiuti.
"Riteniamo che il recupero delle piazze azionarie europee sia legato alle dichiarazioni dei ministri delle finanze di Germania e Francia a margine dell'Ecofin che hanno affermato il forte sostegno delle due principali economie europee alla Grecia", ha osservato Filippo A. Diodovich, market strategist di IG. Il ministro delle finanze tedesco ha dichiarato che si sta discutendo la possibilità di concedere al Governo di Atene in un unico pagamento tre tranche assieme introducendo un meccanismo di controllo sul Paese ellenico senza fornire ulteriori dettagli su quest’ultimo.
"La nostra visione è che finalmente anche la Germania si è accorta che bisogna fare in fretta per trovare una soluzione alla crisi in Grecia che si sta riflettendo anche sulle attività economiche del Paese tedesco". Timori confermati oggi dal debole dato dello Zew, sceso a novembre a -15,7 punti (-10 punti il consenso) dai -11,5 punti registrati a ottobre.
Lo spread Btp/Bund, da un massimo intraday a quota 376 punti, ha ritracciato a 362 punti base a seguito del buon esito dell'asta di Bot che ha visto rendimenti in calo. Domani l'Italia offrirà 2,5-3,5 miliardi di euro di Btp a luglio 2015 e 1-1,5 miliardi ad agosto 2023 e novembre 2029. Per i Btp con scadenza più lunga, secondo gli esperti di Ing, non ci saranno grandi problemi, visto anche l'ammontare limitato.
A rassicurare il mercato italiano e raffreddare lo spread ci ha pensato anche il ministro delle Finanze, Vittorio Grilli, secondo cui il governo di Mario Monti ha garantito che i conti pubblici del Paese venissero messi "in ordine in maniera permanente da qui al 2014". Durante la conferenza stampa a Bruxelles al termine dei lavori dell'Ecofin, il ministro ha ricordato che tra le previsioni di autunno formulate dalla Commissione europea e quelle contenute nel Documento di economia e Finanza del Governo c'è poca differenza.
"Sono scarti decimali che in questo clima di incertezza sono del tutto accettabili", ha aggiunto Grilli, sottolineando che l'esecutivo è probabilmente stato prudente sul pil del 2014 e del 2015. "Speriamo di essere stati prudenti", ha detto, aggiungendo che "è assolutamente prematuro" pensare che ci sia bisogno di altre misure.
Grilli non è nemmeno rimasto sorpreso dell'aumento del debito pubblico, aumentato di 19,5 miliardi a settembre a un nuovo massimo storico pari a 1.995,1 miliardi. D'altra parte, finché non si raggiunge il pareggio di bilancio, il debito aumenta: "questo non significa che l'aumento non debba spingerci a rinnovare gli sforzi per la sua riduzione. La prima e più importante forza di riduzione è il bilancio in pareggio. Poi abbiamo le misure aggiuntive".
Sul listino Intesa Sanpaolo (+5,19% a 1,25 euro) e Unicredit (+4,39% a 3,52 euro) sono state premiate dopo i conti, anche se l'ad di Piazza Cordusio non si è sbilanciato sulla cedola: "prenderemo una decisione sull'eventuale dividendo da riconoscere agli azionisti dell'istituto soltanto dopo il quarto trimestre", ha detto Federico Ghizzoni.
Quanto all'esposizione di 42 miliardi di euro che Unicredit aveva in portafoglio a fine settembre nei confronti del debito sovrano italiano rappresenta "una situazione profondamente differente rispetto ai nostri principali competitor nazionali". Unicredit ha comparato la propria esposizione all'Italia, pari al 46% del portafoglio titoli sovrani, rispetto ad altri sette campioni nazionali che presentano posizioni molto più accentuate (dall'81% al 100%).
Per quanto riguarda gli altri Paesi nei confronti dei quali Unicredit detiene titoli di Stato, spicca il 22% sulla Germania, il 9% sulla Polonia e il 6% sull'Austria. I Gips (Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna) pesano invece per il 2%. Gli acquisti si sono riversati anche sulla Popolare di Milano (+4,57% a 0,4049 euro) che però ha chiuso i nove mesi con una perdita di 105,9 milioni di euro per effetto delle svalutazioni degli avviamenti e con un risultato netto positivo nel singolo trimestre per 25,4 milioni di euro, in aumento sia nel confronto annuale che in quello trimestrale.
Effetto trascinamento anche per Mps (+5% a 0,2119 euro), Mediobanca (+2,05% a 4,48 euro), Ubi Banca (+3% a 2,86 euro) e il Banco Popolare (+3,54% a 1,17 euro). Tra gli industriali è salita Fiat (+1,42% a 3,43 euro) mentre Pirelli è scesa (-2,82% a 8,43 euro) dopo la revisione al ribasso del target sui ricavi 2012, seguita da Camfin(-2,71%) e Prelios (-6,79%). Ancora giù Finmeccanica (-0,59% a 3,69 euro).
Tra gli energetici anche Enel Green Power, fresca di conti, ha perso il 2,22% a 1,23 euro. In rosso pure Enel, questa nel giorno dei risultati (-0,22% a 2,75 euro). Poco mossa Telecom Italia (+0,28%) dopo il balzo della vigilia a seguito dell'interesse di Sawiris per un ingresso nel capitale del gruppo tlc. Nel settore del lusso si sono mosse a due velocità Luxottica (+2,40% a 29,86 euro) e Tod's su cui hanno prevalso i realizzi (-6,28% a 88 euro) a seguito dei conti, comunque in crescita. Non si può dire altrettanto per Rcs (-4,44% a 1,18 euro), già scivolata ieri dopo la trimestrale negativa: l'aumento di capitale si avvicina.
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