venerdì 9 novembre 2012

GLI INDICATORI MENO CONOSCIUTI


Gli indicatori economici più strani

Di Ester Corvi
Gli indicatori economici più strani
Ogni giorno siamo inondati da una marea di statistiche (sull'occupazione, la produzione industriale, i prezzi, e così via) che vogliono misurare il polso dell'economia internazionale. Ma oltre a quelli tradizionali ci sono vari indicatori non convenzionali (lipstick indicator, Big Mac indicator, ecc?) made in Usa che si sono dimostrati utili per capire a che punto siamo del ciclo economico.

Alcuni sono stati testati dagli economisti per verificare la loro capacità previsionale, altri vengono impiegati dalle aziende per avere informazioni aggiuntive nella realizzazione dei loro budget e altri ancora vengono considerati alla stregua di mere curiosità.

Il Big Mac index Questo indicatore, elaborato da The Economist, è basato sulla teoria della parità del potere di acquisto, secondo la quale i tassi di cambio tengono a modificarsi, nel lungo periodo, fino ad eguagliare il prezzo di un basket di beni e servizi in differenti Paesi. La pietra di paragone è il Big Mac di Mcdonalds, il cui prezzo nei diversi Paesi è confrontato con quello americano di 4,20 dollari. Nelle rilevazioni fatte all'inizio dell'anno in base a questo indicatore la valuta più sopravvalutata risultava il franco svizzero (del 64%), seguito dalla corona norvegese e da quella svedese.

*Il lipstick index Questo termine è stato coniato da Leonard Lauder, ceo di Estee Lauder fino al 1999, per commentare l'incremento delle vendite di rossetti durante la crisi del 2000. In particolare Lauder aveva osservato che quando l'economia è in recessione le vendite di rossetti aumentato, perché le donne li preferiscono rispetto al altri generi più costosi, come l'abbigliamento, le borse e le scarpe. Nel trimestre che si è chiuso lo scorso 30 settembre, la società americana ha registrato un incremento delle vendite, al netto dell'effetto cambi, del 6%.

*Il buttered popcorn index è un indicatore che viene utilizzato nel mercato americano, dove alcuni esperti hanno verificato che nei momenti di crisi la gente tende a frequentare maggiormente i cinema, indipendentemente dalla qualità dei film in programmazione, ma soprattutto a comprare più popcorn da consumare in sala.

*Il car salesman closing index Un altro indicatore made in Usa che si basa sul seguente assunto: più debole è l'economia più i venditori di auto sono veloci nel proporre gli sconti. Nessun economista si è preso la briga di verificarlo, ma nella realtà tutti sanno che spesso succede così.

*Il baked beans index Quando l'economia Usa è debole e alta è la disoccupazione i consumatori tendono a spostarsi verso cibi meno costosi, come i fagioli in scatola, che registrano un forte aumento delle vendite.

*Il plastic surgery indicator Negli Usa hanno verificato che le operazioni di chirurgia estetica non diminuiscono quando l'economia va male, ma che crescono di più gli interventi meno invasivi rispetto a quelli più costosi. L'American Society of Plastic Surgeons ha dichiarato che nel 2011 c'è stato un aumento complessivo del 5% delle operazioni, ma mentre gli interventi più complessi sono saliti del 2% quelli più abbordabili sono aumentati del 6%.

*The R-Word index Prima che la recessione arrivi la stampa ne parla già. The Economist ha dimostrato (prendendo a riferimento il 1990, il 2001 e il 2007) che la parola "recessione" compariva con una maggiore frequenza negli articoli pubblicati su The Wall Street Journal e Financial Times ben due trimestri prima che fosse evidente per tutti.

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