Di Ilaria Ammendola
Continua la sfilata dei conti per le maison del lusso. Oggi è la volta di Burberry (+0,56% a 1.259 pence) che nel primo semestre ha registrato una flessione dell'utile netto del 27% a 85 milioni di sterline. Il dato è legato a una serie di oneri che ha pesato sulla divisione profumi e al rallentamento delle attività nei mercato asiatici, nonostante il miglioramento dei ricavi e dei margini.
L'utile pretasse adjusted è salito a 173 milioni di sterline dai 162 milioni di sterline dell'anno precedente in linea con le attese e le vendite sono aumentate a 883 milioni di sterline dagli 830 milioni di sterline del 2011. La società ha confermato le stime per l'intero anno. Alla luce di ciò Bank of America-Merrill Lynch ha alzato il target price sul titolo da 1100 a 1260 pence, sulla scia della revisione in positivo delle stime sui ricavi.
Ma anche le italiane sono pronte a sfoggiare le loro trimestrali. Dopo Luxottica la scorsa settimana e Safilo ieri, il 13 novembre toccherà a Salvatore Ferragamo(+0,12% a 16,22 euro) e Tod’s (+0,54% a 93,85 euro). Barclays continua a credere nella strategia a medio termine di Ferragamo volta alla rivitalizzazione del marchio e all’espansione dei margini, ma gli analisti sono più cauti in attesa dei risultati del terzo trimestre.
Gli analisti si aspettano, infatti, che il terzo trimestre mostrerà una significativa decelerazione in Asia, in linea coi concorrenti e prevedono quindi margini piatti influenzati da un impatto negativo delle valute (per via dell'hedging). A loro avviso, il management commenterà con cautela i margini attesi per fine anno e i risultati del terzo trimestre non saranno un catalizzatore chiave positivo per le azioni.
In vista del test dei conti Barclays ha tagliato le stime di eps di Ferragamo del 7% per il 2012 e per il 2013 rispettivamente da 0,64 a 0,60 euro per azione e da 0,89 a 0,83 euro per azione per riflettere il rallentamento del fatturato (calo delle vendite del 3%) e margini più conservativi a causa delle coperture valutarie. Alla luce di ciò Barclays ha ridotto il target price da 21 a 19,50 euro confermando però il rating overweight per via delle attraenti prospettive a lungo termine.
Per il terzo trimestre gli analisti si aspettano un fatturato di 269 milioni di euro (+8% a cambi costanti, +11% passato), un utile lordo di 174 milioni e un ebitda di 54 milioni, il che implica un margine piatto al 20,1%. Il focus secondo gli analisti sarà sull’Asia e sui margini. A loro avviso, infatti, Ferragamo non è immune dal rallentamento asiatico che interessa tutto il settore nel terzo trimestre: prevedono una crescita solo dell'1% delle vendite a cambi costanti (a fronte del +20% nel primo semestre). Si aspettano, invece, una crescita a due cifre in Europa, supportata dal turismo.
A lungo termine, la storia rimane intatta e gli esperti credono che Ferragamocontinuerà a offrire un tasso di crescita composto annuo dell'eps su cinque anni pari al 22% a fronte del 15% dei concorrenti. Questo sarà guidato dal riposizionamento del brand volto a risollevare la densità delle vendite in Europa, l'alta esposizione al turismo e l'espansione dei margini dai livelli base. Il crescente controllo sulle operazioni asiatiche dovrebbe migliorare anche i guadagni.
Per quanto riguarda Tod's la banca d'affari inglese, confermando il rating underweight e il target price 82,5 euro, ha detto di aspettarsi un rallentamento del trend nel terzo trimestre. Prevede, infatti, una crescita organica delle vendite del 3,9% rispetto al 7,5% del primo semestre. Le debolezze più significative dovrebbero riscontrarsi nel wholesale e in Italia, ma queste potrebbero essere compensate dall'incremento dell'Asia e degli Stati Uniti, dove il marchio si sta sviluppando rapidamente.
Gli analisti ritengono che Tod's abbia uno dei più alti rischi ciclici nel settore data la notevole esposizione al consumatore domestico italiano (circa il 40% delle vendite), la più alta percentuale di vendite attraverso il canale wholesale rispetto alla concorrenza e un limitato potenziale di espansione dei margini in futuro. Prevedono un tasso di crescita composto annuo dell'eps su cinque anni del 10,8% rispetto al 21% nel corso degli ultimi 10 anni, al 15% negli ultimi cinque anni e al 15% dei concorrenti.
Nonostante ciò, hanno fatto notare che l'azione tratta 16,9 volte il p/e 2013 sopra la sua media di cinque anni di 15,0 volte. Dato il rallentamento del trend del fatturato nel settore, gli analisti di Barclays preferiscono titoli come Richemont, Ppr e Luxottica. Per il terzo trimestre si aspettano un fatturato per Tod's di 275 milioni (+3,9% crescita organica), un margine operativo lordo di 82,4 milioni (30% margine di 40 punti base anno su anno) e un ebit di 72,7 milioni. Hanno lasciato invariate le previsioni di eps per il 2012.
Gli esperti sono convinti, inoltre, che la forza internazionale compenserà in parte la debolezza interna e si aspettano quindi una continua sovraperformance dall'Asia (+42% di crescita organica nel terzo trimestre) e degli Stati Uniti (+23% di crescita organica) per compensare la debolezza interna in Italia (-12% nel terzo trimestre). L'Italia è a rischio anche nel 2013 (+2% di crescita organica). Un calo del 10% delle vendite nella penisola comporterebbe un taglio del 5% alle previsioni dell'eps 2013 di Barclays.
L'utile pretasse adjusted è salito a 173 milioni di sterline dai 162 milioni di sterline dell'anno precedente in linea con le attese e le vendite sono aumentate a 883 milioni di sterline dagli 830 milioni di sterline del 2011. La società ha confermato le stime per l'intero anno. Alla luce di ciò Bank of America-Merrill Lynch ha alzato il target price sul titolo da 1100 a 1260 pence, sulla scia della revisione in positivo delle stime sui ricavi.
Ma anche le italiane sono pronte a sfoggiare le loro trimestrali. Dopo Luxottica la scorsa settimana e Safilo ieri, il 13 novembre toccherà a Salvatore Ferragamo(+0,12% a 16,22 euro) e Tod’s (+0,54% a 93,85 euro). Barclays continua a credere nella strategia a medio termine di Ferragamo volta alla rivitalizzazione del marchio e all’espansione dei margini, ma gli analisti sono più cauti in attesa dei risultati del terzo trimestre.
Gli analisti si aspettano, infatti, che il terzo trimestre mostrerà una significativa decelerazione in Asia, in linea coi concorrenti e prevedono quindi margini piatti influenzati da un impatto negativo delle valute (per via dell'hedging). A loro avviso, il management commenterà con cautela i margini attesi per fine anno e i risultati del terzo trimestre non saranno un catalizzatore chiave positivo per le azioni.
In vista del test dei conti Barclays ha tagliato le stime di eps di Ferragamo del 7% per il 2012 e per il 2013 rispettivamente da 0,64 a 0,60 euro per azione e da 0,89 a 0,83 euro per azione per riflettere il rallentamento del fatturato (calo delle vendite del 3%) e margini più conservativi a causa delle coperture valutarie. Alla luce di ciò Barclays ha ridotto il target price da 21 a 19,50 euro confermando però il rating overweight per via delle attraenti prospettive a lungo termine.
Per il terzo trimestre gli analisti si aspettano un fatturato di 269 milioni di euro (+8% a cambi costanti, +11% passato), un utile lordo di 174 milioni e un ebitda di 54 milioni, il che implica un margine piatto al 20,1%. Il focus secondo gli analisti sarà sull’Asia e sui margini. A loro avviso, infatti, Ferragamo non è immune dal rallentamento asiatico che interessa tutto il settore nel terzo trimestre: prevedono una crescita solo dell'1% delle vendite a cambi costanti (a fronte del +20% nel primo semestre). Si aspettano, invece, una crescita a due cifre in Europa, supportata dal turismo.
A lungo termine, la storia rimane intatta e gli esperti credono che Ferragamocontinuerà a offrire un tasso di crescita composto annuo dell'eps su cinque anni pari al 22% a fronte del 15% dei concorrenti. Questo sarà guidato dal riposizionamento del brand volto a risollevare la densità delle vendite in Europa, l'alta esposizione al turismo e l'espansione dei margini dai livelli base. Il crescente controllo sulle operazioni asiatiche dovrebbe migliorare anche i guadagni.
Per quanto riguarda Tod's la banca d'affari inglese, confermando il rating underweight e il target price 82,5 euro, ha detto di aspettarsi un rallentamento del trend nel terzo trimestre. Prevede, infatti, una crescita organica delle vendite del 3,9% rispetto al 7,5% del primo semestre. Le debolezze più significative dovrebbero riscontrarsi nel wholesale e in Italia, ma queste potrebbero essere compensate dall'incremento dell'Asia e degli Stati Uniti, dove il marchio si sta sviluppando rapidamente.
Gli analisti ritengono che Tod's abbia uno dei più alti rischi ciclici nel settore data la notevole esposizione al consumatore domestico italiano (circa il 40% delle vendite), la più alta percentuale di vendite attraverso il canale wholesale rispetto alla concorrenza e un limitato potenziale di espansione dei margini in futuro. Prevedono un tasso di crescita composto annuo dell'eps su cinque anni del 10,8% rispetto al 21% nel corso degli ultimi 10 anni, al 15% negli ultimi cinque anni e al 15% dei concorrenti.
Nonostante ciò, hanno fatto notare che l'azione tratta 16,9 volte il p/e 2013 sopra la sua media di cinque anni di 15,0 volte. Dato il rallentamento del trend del fatturato nel settore, gli analisti di Barclays preferiscono titoli come Richemont, Ppr e Luxottica. Per il terzo trimestre si aspettano un fatturato per Tod's di 275 milioni (+3,9% crescita organica), un margine operativo lordo di 82,4 milioni (30% margine di 40 punti base anno su anno) e un ebit di 72,7 milioni. Hanno lasciato invariate le previsioni di eps per il 2012.
Gli esperti sono convinti, inoltre, che la forza internazionale compenserà in parte la debolezza interna e si aspettano quindi una continua sovraperformance dall'Asia (+42% di crescita organica nel terzo trimestre) e degli Stati Uniti (+23% di crescita organica) per compensare la debolezza interna in Italia (-12% nel terzo trimestre). L'Italia è a rischio anche nel 2013 (+2% di crescita organica). Un calo del 10% delle vendite nella penisola comporterebbe un taglio del 5% alle previsioni dell'eps 2013 di Barclays.
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